
In questo specifico settore, la cooperazione laziale ha sussidiato il sistema sanitario sin dagli anni '80, sviluppando competenze e professionalità specifiche, portando assistenza nelle case di oltre 20.000 persone e famiglie.
«Finalmente vengono date regole certe e sicurezza, soprattutto a migliaia di pazienti che vivono, con le proprie famiglie, situazioni cronicità e disabilità. Proprio per questo chiediamo un ultimo sforzo e cioè la definizione rapida delle modalità e dei requisiti di attuazione, che devono basarsi sulla effettiva esperienza delle strutture, valorizzandone l'effettiva attività svolta. Riteniamo simile criterio l'unico che possa tutelare gli assistiti e al contempo le cooperative e gli operatori che hanno investito risorse e competenze in questo delicato settore. La Regione Lazio sarebbe così la prima a regolamentare e incentivare l’assistenza primaria, assicurando ai cittadini risposte di qualità anche fuori dal sistema ospedaliero e realizzando un concreto atto di sussidiarietà».
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